Di Carlo Cremona
"Karibuni", sotto la direzione raffinata di Bruno Petrosino, si impone come un'opera teatrale dal forte impatto emotivo e sociale, capace di intrecciare sapientemente arte e impegno civile. La regia di Petrosino si distingue per una narrazione fluida e ben calibrata, in cui ogni elemento scenico – dalle luci alla gestualità degli interpreti – è pensato per amplificare il messaggio universale dello spettacolo: l’inclusione come principio irrinunciabile della convivenza umana.
L’interpretazione dello stesso Petrosino è un punto di forza dell’opera. La sua presenza scenica è intensa ma misurata, capace di trasmettere emozioni profonde senza mai scadere nella retorica. Con grande sensibilità, riesce a restituire il senso di un racconto che parla di identità, accoglienza e resistenza, toccando corde che risuonano con il pubblico a più livelli.
Un testo che lascia il segno: il contributo di Giancarlo Di Giacinto
Il merito della potenza narrativa di Karibuni va anche riconosciuto alla straordinaria scrittura di Giancarlo Di Giacinto, autore capace di coniugare profondità e immediatezza. Il testo si distingue per una scrittura limpida, evocativa, che riesce a intrecciare storie e culture diverse con un linguaggio universale. Di Giacinto costruisce un racconto che non impone, ma accompagna lo spettatore in un percorso di consapevolezza, lasciando spazio alla riflessione personale e collettiva. La sua capacità di trattare tematiche complesse con eleganza e incisività fa di Karibuni un'opera di grande valore letterario e teatrale.
Musica e atmosfera: la colonna sonora di Andrea Causapruna
A rendere ancora più immersiva l’esperienza teatrale contribuisce la splendida colonna sonora originale di Andrea Causapruna, che arricchisce la messinscena con sonorità avvolgenti e suggestive. Le musiche non sono mai un semplice accompagnamento, ma un elemento narrativo a sé stante, capace di amplificare le emozioni e di sottolineare i momenti più intensi dello spettacolo. Causapruna dimostra una straordinaria sensibilità nella creazione di un paesaggio sonoro che dialoga con la regia, sostenendo e valorizzando la narrazione senza mai sovrastarla.
Un ponte tra culture e diritti universali
Uno degli aspetti più affascinanti di Karibuni è la sua capacità di connettere temi apparentemente lontani nello spazio e nel tempo, trovando un filo comune tra la tradizione della Candelora, la figura dei femminielli nella cultura napoletana e la realtà delle persone LGBTQ+ in Tanzania. La Candelora, festa della luce e dell’accoglienza, diventa simbolo di un’apertura che supera le barriere culturali e geografiche. Allo stesso modo, il parallelo tra i femminielli – storicamente riconosciuti come parte di una tradizione mediterranea di genere fluido – e la condizione delle persone non conformi alle norme di genere in Tanzania, evidenzia come il bisogno di riconoscimento e dignità sia universale.
"Il sangue è rosso per tutti" è un sottotitolo che racchiude l’essenza stessa dell’opera: un’esortazione a una visione orizzontale della società, in cui nessuno viene escluso sulla base di differenze arbitrarie. Qui la regia di Petrosino è magistrale nel creare un racconto che non divide, ma unisce, restituendo al teatro il suo ruolo più nobile: essere specchio della realtà e strumento di cambiamento.
Conclusione e valutazione
"Karibuni – Il sangue è rosso per tutti" è un’opera che emoziona e fa riflettere, portando in scena tematiche di grande attualità con una sensibilità artistica notevole. La regia attenta e la recitazione intensa di Bruno Petrosino, la scrittura incisiva di Giancarlo Di Giacinto e la splendida colonna sonora di Andrea Causapruna elevano lo spettacolo a un livello di grande spessore culturale, rendendolo un’esperienza imprescindibile per chiunque creda nel potere del teatro come mezzo di trasformazione sociale.
Valutazione: 9,5/10
Uno spettacolo di rara intensità, capace di parlare a tutti e di lasciare un segno profondo nella coscienza dello spettatore, grazie a una regia ispirata, una scrittura potente e una colonna sonora che avvolge e amplifica il messaggio dell’opera.



