#Attualità | A Diego Armando Maradona

Il documentario su Maradona trasmesso ieri da Rai 3 mi ha emozionato molto, perché mi ha riportato alla mia adolescenza. Quello che hanno fatto vedere era quello che ricordavo di Diego Armando Maradona, quello che hanno detto è una parte di quello che a Napoli, in una Napoli forse solamente, si sapeva e di cui si chiacchierava.

Diego Armando non era un mistero per nessuno, era in maniera cristallina sia il genio che la sregolatezza, perché sapeva bene che la sua aura di divinità gli permetteva di fare tutto con il permesso popolare. Genialità e mostruosità sono le due caratteristiche endemiche di Napoli e che i napoletani gli riconoscevano allo stesso modo in cui riconoscono la maschera di pulcinella come rappresentativa di se.

#DiegoArmandoMaradona non è stato diverso da Amy Winehouse, Jim Morrison o Marilyn Monroe; amato da folle oceaniche, pur sempre uomo di carne ed ossa, custode delle proprie paure e dei propri drammi. Non seppe amministrare i propri spettri autodistruggendosi. Il film di ieri ha visto l'uomo forte e debole, ma ha mostrato la immane bruttezza del Popolo napoletano sempre pronto ad osannare il proprio Dio passeggero, corromperlo in feste e farina per poi portarlo alla forca ed abbandonarlo in solitudine.
Quanti ci sono già passati, quanti e quante hanno dato la propria vita per #Partenope, per poi essere traditi e abbandonati per un tozzo di pane, una nomina da qualche parte o per un invito a cena in un salotto alla moda. #Napoli deve cessare di amare la sregolatezza che diviene la regola della illegalità diffusa che rende questa città apparentemente viva ma realmente fuori controllo.
Le persone per bene, che conoscono bene i bisogni dei più deboli e il loro diritto ad avere regole certe per una società più equa, vivono con difficoltà e con profondo disagio il "lazzarume" chiassoso minoritario e strumentale alla costruzione di una identità antimeridionalista, che pure questa, ha permeato la scorza dell'autodifesa partenopea.
Mille ultras che hanno violato i dispositivi a garanzia della salute dell'epidemia sono diventati una diretta nazionale delle maggiori emittenti che hanno paragonato quella minoranza ad un sentimento ed una pratica di un intero popolo che invece nel rispetto delle regole, accendi va candele e applaudiva alle finestre nel rispetto delle regole generali.
Nel frattempo la televisione nazionale ci descriveva come tutti per strada come se nulla fosse, incapaci di gestire emozioni e dovere è come se questo fosse unico appannaggio della gente padana. Napoli ha un gran cuore è una grande mente, ma Napoli anche una città umana fatta di pregi e difetti. Il problema non sono i difetti, ma come già mirabilmente descritto da Raffaele Viviani in una poesia è il #campanilismo assente nel popolo di Napoli che resta incapace di produrre una narrazione epica dei propri pregi facendole divenire delle #gesta, a differenza di quello che avviene in altri popoli e da molti anni. L'unica epica ammessa per noi è la #Gomorroide del male, del camorrismo sopra ogni Crociana storia. Con questo che penso non si svilisco la grandezza di Diego Armando Maradona e il dolore che ciascuno di noi porta dentro di sé, ma cerco di spiegare i confini di quanto vedo e provo e che sento condiviso anche da lui stesso visto che egli stesso ce l'ha ha ricordato più volte anche pubblicamente. Diego diceva di se che già a 50 anni si sentiva di avere più di 80 anni, perché il sistema capitalistico che muove le società del football ne aveva stritolato l'uomo ed egli, ammette che egli esso aveva lasciato che #ilSistema lo consumasse, corrompesse e né favorisse l'autodistruzione.
Portiamo di Diego il suo insegnamento, dunque cari genitori, quando siete al cospetto dei vostri figli, imparate ad amarli per ciò che sono e quindi amateli perché loro sono i vostri figli. Non commettete l'errore di vedere in loro il Maradona di turno,
perché sarebbero una copia di qualcun altro mentre restano e resteranno sempre i vostri figli.

Scritto Carlo Cremona